venerdì 10 maggio 2013

Nightmare, quando un incubo può uccidere

Il primo capitolo della lunga ed immortale serie di Nightmare inizia nel 1984, ma non ha nulla a che vedere con gli horror comici di quegli anni e dei successivi. La storia e la regia sono opera di Wes Craven, che ha tirato fuori per questo film un personaggio destinato alla gloria dell'immortalità, sia negli episodi che negli anni successivi, fino ad arrivare ai giorni d'oggi fresco come una rosa e ancora carico del suo potere orrorifico. 
Che abbiate o meno visto tutti i film di cui è protagonista, di certo conoscete il vecchio Freddy Krueger, dalla faccia ustionata e la mano con gli artigli. 
Questo simpatico signore, ex pedofilo, torturatore ed assassino di bambini, è stato bruciato vivo dai genitori in cerca di vendetta. Tuttavia ha trovato il modo di tornare e di mietere ancora vittime nei sogni degli adolescenti che vivono ad Elm Street
Tormentati dagli incubi, Nancy e i suoi amici scoprono ben presto come questi possano far veramente male, e alla fine uccidere. Ma ad ogni problema c'è una soluzione. La coraggiosa ragazza, figlia di un poliziotto scettico e di una madre dedita all'alcool, cerca in tutti i modi di sconfiggere il Freddy incubo e il Freddy "uomo" fuori dal mondo onirico. A quanto pare è stata lei ad aver dato vita e forza a questa figura inquietante, e come gliel'ha data così gliela toglierà, ricordando che in fondo è solo un sogno, null'altro che un prodotto della mente. 
Il finale lascia un po' interdetti. Ci si aspetta un lieto fine dopo che la logica vuole la sconfitta di Nightmare, tuttavia egli riprende vita nella mente della mamma di Nancy, aprendo la strada ai sequel. 
Ma un sogno, per quanto spaventoso, può uccidere? Pare che la storia di Nightmare si basi su un paio di episodi di cronaca realmente avvenuti, tra cui quello di un ragazzo che a causa degli incubi ricorrenti che aveva decise di non dormire più. Tra pasticche stimolanti, caffeina e insonnia, il fisico del giovane ha ceduto. 
Gli incubi esistono, li abbiamo tutti di tanto in tanto, ma salvo casi rarissimi e particolari non portano alla morte, sono anzi spesso un campanello d'allarme del nostro cervello che vuole comunicarci che qualcosa non va. Periodo di stress, ansia, altri disturbi del sonno possono esserne le cause scatenanti. La tematica è di certo interessante e se ben realizzata nella cinematografia o nella letteratura può produrre storie veramente spaventose, ma la realtà è ben diversa.
Si parla molto anche di terrori notturni, usati in modo improprio in alcuni film horror (per esmpio "They")
e confusi con una sorta di incubi talmente reali da far gridare e agitare chi ne è afflitto. I realtà i terrori notturni non sono affatto sogni, in quanto si verificano nella fase 3-4 del sonno, cioè quella profonda che precede la REM (la fase del sogno). Soprattutto per fattori ereditari ne sono colpiti i bambini tra i 3 e i 10 anni, che in preda spesso anche a sonnambulismo si alzano, gridano, sudano e hanno il battito cardiaco accelerato, senza però svegliarsi. Gli episodi, piuttosto regolari, avvengono quasi sempre allo stesso orario (un paio d'ore dopo l'addormentamento), durano dai 30 secondi ai 5 minuti e il bambino non ne ha mai memoria quando si sveglia. 
Del tutto reale invece la possibilità di incontrare un serial killer, pedofilo e cannibale. Albert Fish (1870-1936) è la figura alla quale si sarebbe ispirato Craven per il suo Freddy. Questo pluriomicida, pedofilo e cannibale, confessò l'uccisione di oltre un centinaio di bambini di razza afro-americana, ripetutamente torturati, stuprati e infine uccisi e mangiati. 
In conclusione, gli incubi non uccidono, le persone sì. 

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